La Chiesa di San Sepolcro a Cagliari

La chiesa di San Sepolcro si affaccia sull’omonima piazza, vicino alla chiesa di Sant’Antonio e all’annesso complesso dell’ex ospedale.
Le sue origini affondano le radici nel
XIV secolo e si legano, secondo alcuni studiosi, addirittura ai Cavalieri Templari.
Notizie certe sulla chiesa e sulla sua funzione si hanno, comunque, solo a partire dal XVI secolo. Nel
1564 venne infatti fondata la confraternita del Santissimo Crocifisso dell’Orazione e della Morte, con sede proprio nella chiesa del Santo Sepolcro.
Chiesa di San Sepolcro a Cagliari
Questo ordine religioso si occupava soprattutto di dare degna sepoltura ai corpi dei poveri e degli emarginati.

Nel corso del XX secolo, Santo Sepolcro si trovò diverse volte a supplire al ruolo di chiesa parrocchiale del quartiere e nel dopoguerra ospitò per un breve periodo i padri Carmelitani.

Sul fianco destro della chiesa si può notare il portale principale, incastonato in un prospetto neoclassico che venne sistemato nel 1899.
La facciata, con l’antico ingresso oggi inutilizzato, si affaccia invece su un angusto spazio, a ridosso delle scalette di Sant’Antonio.

L’interno è a pianta rettangolare, con navata unica voltata a botte, cappelle laterali e presbiterio quadrangolare, che conserva la bella volta a crociera stellare costolonata, risalente al XVI secolo.

L’altare maggiore, preceduto da una balaustra marmorea, è in stile neoclassico; vi si trova esposto un grande crocifisso ligneo settecentesco.
Le pareti laterali del presbiterio, invece ospitano i dipinti raffiguranti la Resurrezione di Lazzaro, opera di Bartolomeo Castagnola, e San Nicola di Bari in preghiera davanti alla Madonna (del Francesco Manzini).

Tra le cappelle laterali particolarmente pregevole è il Cappellone della Vergine della Pietà, che si trova sul lato sinistro, in asse con l’ingresso principale.
Splendido esempio di arte barocca, venne eretto per volontà del viceré Antonio Lopez de Ayala, che in questo modo assolse un voto fatto alla Vergine della Pietà per la guarigione della figlia.
Alla costruzione della cappella, inaugurata il 1º marzo 1686, contribuì finanziariamente anche il re Carlo II di Spagna. Notevole è l’imponente altare in legno dorato, con l’immagine miracolosa della Madonna col Figlio morto, appena deposto dalla croce, adagiato sulle sue ginocchia; la tradizione vuole che questa statua lignea policroma sia stata rinvenuta per caso nel 1606, sotterrata nei pressi dell’ospedale di Sant’Antonio (vicinissimo alla chiesa del Santo Sepolcro), da un ragazzino che stava giocando.

Anche le altre cappelle ospitano interessanti arredi e opere d’arte, come quella dedicata a san Pasquale Baylon. Qui si può ammirare un altare settecentesco costituito dalla mensa in marmi policromi.
Nella cappella di Sant’Andrea, invece, sono custodite la statua lignea del titolare, opera di Giuseppe Antonio Lonis, e la statua della Vergine dormiente.
Degno di nota è anche il crocifisso ligneo settecentesco, noto come Cristo nero; il simulacro deve questo soprannome ad un atto vandalico che lo interessò negli anni ’70 del XX secolo, quando si trovava in prestito alla parrocchia del Santissimo Crocifisso, nel quartiere Genneruxi.

Al centro della cantoria in controfacciata, infine, è ubicato l’organo a canne, commissionato dall’Arciconfraternita dell’Orazione e della Morte e costruito nel 1875 da Tommaso Piacentini e Antonio Battani di Frassinoro (in provincia di Modena).

La Cripta della Chiesa di San Sepolcro a Cagliari

La Cripta di San Sepolcro

Passando da una botola, posta al centro della navata, è possibile accedere alla cripta.
L’ambiente ipogeico è costituito da tre camere voltate a botte, destinate alle sepolture a terra; è visibile un unico sarcofago in muratura, probabilmente destinato alla tomba di qualche illustre personaggio dell’epoca.
Alle pareti si possono ancora notare tracce di affreschi.
Il dipinto più rilevante raffigura la Morte, rappresentata come uno scheletro, rivestito da un manto d’ermellino, con la falce in mano.
Sulla lama della falce è leggibile un inquietante monito: Nemini parco (non risparmio nessuno).